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...Abbiamo incontrato tanta solitudine in loro: difficoltà di tipo affettivo – relazionale, la fatica di essere accettati, di essere riconosciuti come persone con pari diritti e dignità anzi con qualche diritto in più. Attraverso l’incontro con persone “difficili”, considerate povere, abbiamo scoperto anche la loro ricchezza. Abbiamo così capito che rispettarle come persone significa innanzitutto chiamarle per nome e cognome, e non definirle per l’handicap o la difficoltà che hanno. Significa ancora responsabilizzarle, rendendole coscienti, per quanto possibile, dei propri limiti e delle proprie responsabilità, dei propri diritti, ma anche dei propri doveri. Abbiamo cercato di aiutare le persone incontrate a costruire la loro vita su ciò che gli manca, senza sostituirci a nessuno ma facendoci compagni di strada. Le pagine che seguono intendono presentare il cammino finora percorso affinché sia noto, con l’aiuto di Dio, tanto e stato fatto ma ancora molto bisogna fare. E la speranza è che la Piccola Opera Papa Giovanni possa continuare a essere uno strumento di liberazione.